GiovanniDamorePoesie

 

"Core Luntane"

 

“CRIRITEME,CHI E’ NATO A NAPOLI A’ TENE SEMP’ ‘INT’O’ CORE.

IO A’ PENSE SPISSE E SPISSE LE DICHE: “AMMORE , AMMORE LASSATO,

IO NUN T’AGGIO PERDUTO, NUN PUTEVE, ME ‘NCATENATO :

ME METTISTE RINT’E’ ‘VVENE NU VELENE CHE E’ ATROCE .

ERO NU GIUVANUTTIELLO E, PER LAVORO, FUJE CUSTRETTO A GHI’…. FORE .

TU ME CHIAMME, TE SENTE, MA IO STO’ CCA’ ‘NCROCE !

O’ SSAI, VERO CA O’ SSAI…CA TENGO DUIE FIGLIE E SO’ PRIGGIUNIERE E ‘ L’AMMORE ?

SOFFRO PE’ TE…AMMORE LUNTANE E, SULE QUANNE TE VENGO A TRUVA’,

ME SENTE FELICE E O’ CORE, ORMAI VIECCHIE, SE METTE A BALLA’ !

ME STAI LUNTANE E’ IO CHIAGNE PO’, L’ANEMA MIA SUSPIRE E ME RICE : “ VA LA’,

O’ TIEMPE VOLA : PRIESTE TURNARRAI….” TU ME MANCHI, MENTRE IO TE VULESSE SEMPRE …. ‘ABBRACCIA’ “

….CHI E’ NATO A NAPOLI, l’aggio ritte tanti vote, ma lo voglio ridire :

E’ ‘MBASTATO R’AMMORE, E PE ST’AMMORE, PO’ PURE MORIRE !

 

 

"Per mio figlio" (che è nato a Bologna, vive tra Milano e Roma, ma che, a causa del suo nome, tutti ed in particolare all’estero, gli dicono che è NAPOLETANO)

 

“Stanno alla porta bussando…..

vedete, per favore, a quest’ora chi è “

“Gianni, è una signora vestita di nero,

dice :- che ti sta cercando -!”

NOO ! Sta cercando me ?

No, ditele che mi sento un GUERRIERO,

e che ho ancora tanto da fare.

Non sono pronto, vada altrove, vada lontano

da me, mandatela via, che vada a camminare…

per me non è il momento di passare la mano.”

Un pensiero mi assale: -Forse il giorno volge al termine ?

La notte, ineluttabilmente, viene.

Il tempo vola e nulla più si può fermare !

-Si può fermare la gioia, il dolore, un canto bene impostato ?

-Si può fermare il sole che si tuffa in mare ?

-Si può fermar l’amore che nutri per un figlio , fin da quando è nato ?

-Si può fermare il correre del mondo

che prima porta su e poi butta in fondo ?

-Si può fermare di un bambino il sorriso?

Per tutto c’è un limite che non si può superare:

No !.... Tutto passa, di corsa, all’improvviso.

Non si può e, Dio, sa…. quanto lo vorrei fare.

Ci sono concessi solo dei teneri ricordi :

-fuori dalla vostra scuola, le vostre manine gelate…-

E’ trascorsa un’eternità o pochi secondi ?

-Io arrivavo dopo corse trafelate….-

La mamma ,con il freddo o la pioggia, era già lì ,ad aspettare.

Vi prendevo per mano, vi accarezzavo ed eravamo felici-

Non potevo, come avrei fatto a mancare ?

-Il ricordo delle corse con la tua prima bici :

si partiva , “con il mio capitano di squadra” , da Zola

e si arrivava, attraversando vari paesini, a Vignola.

-Il ricordo delle nostre lotte, sul lettone, la domenica mattina

con la mamma che ci sgridava dalla cucina ;

-le gite in macchina per visitar castelli e paesi;

-gli spettacoli cinematografici nelle fredde mattine domenicali :

cartoni animati, cacciatori, cow boy ,prigioni, pelle-rossa presi,

film strappa lacrime e comiche demenziali .

- Il ricordo di un bambino, che la domenica sera, con le braccia tese,

a Cervia , davanti alla macchina , faceva “l’alto là “ ,

urlava e piangeva, piccolo passerotto indifeso, manifestava le sue pretese:

voleva fermare il suo papà che, per lavoro, tornava in città.-

“GIOBANNI mi picchia, non voglio andare all’asilo, papà “

“Non lo farà più, lo diciamo alla maestra e la finirà “

Ti ho voluto un indescrivibile bene e nulla lo potrà cancellare figlio mio.

Tu, per me, sei il più bel dono e la benedizione di Dio.

Con Te ho commesso un errore che ho sempre pensato amaro :

Ti ho dato il nome di tuo nonno….GENNARO.

Non avevo altra scelta, sono uomo antico

e poi, per me, mio padre era anche un amico.

Ancora un ricordo mi prende, i giorni vissuti insieme a Milano:

il mio spiegarti il mondo finanziario; un mondo che era vicino e lontano.

No’ …di nuovo bussano alla porta. Tu dici : “ non sono pronto, non puoi andare “

“La vita lo chiede, nessuno è mai pronto….anche se poi si dovrà fare.”

Il cielo si è fatto plumbeo , non temere, io non ti lascio, sarò al tuo fianco per l’eternità.

Cammina diritto nella vita; hai di fianco il tuo papà.

 

Giovanni D’Amore, figlio di GENNARO e padre di GENNARO. IL NONNO GENNARO, A SUA VOLTA, ERA FIGLIO DI GIOVANNI E NIPOTE DI GENNARO ( e così via, di padre in figlio)…..Fino a quando non si arriva a Bologna e tutto s’INGROGNA!

 

 

 

 

Poesie di Giovanni D'Amore

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